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Banksy, l’uomo mascherato

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Il successo trasversale di un uomo di strada

 
Banksy è l’artista che nessuno ha mai visto in faccia, quello che in poche ore installa, appiccica, “imbratta” i muri in segno di protesta, contro la guerra, contro la politica, contro tutto quello che non va. Lascia il segno indistinguibile.
 
Negli anni ’90 i graffiti si trasformano e dallo spray si passa alle installazioni, agli sticker, agli stencil, ai poster, nasce un nuovo movimento: la Street Art.

I nuovi writers invadono le strade e in pochisismo tempo la nuova arte si estende a tutto il mondo occidentale, dagli USA, alla Germania, dall’Inghilterra al Brasile, dall’Argentina all’Australia, e poi ancora in Italia, in Francia, in Bulgaria e in Norvegia, diventando il movimento di massa culturale più seguito e con più adepti dopo il punk.
 
Banksy, al secolo Robert or Robin Banks, nasce a Bristol, UK, nel 1974/75, si colloca tra i maggiori esponenti della Street Art.
 
Espulso da scuola e più volte in prigione per piccoli crimini, a 14 anni comincia a tagliare stensil perchè, come su sua propria ammissione, con lo spray era troppo lento. Con la nuova tecnica avrebbe dimezzato il tempo di realizzazione di ogni lavoro e con esso anche il rischio di essere sorpreso e catturato dalla polizia.
 
Diventa così in poco tempo ufficialmente parte della Bristol Underground Scene e i suoi grafiiti cominciano ad apparire anche a Londra dove diventa fin da subito un fenomeno da seguire.
 
Nel 2001 pubblica il suo primo libro, una raccolta dei suoi lavori “Banksy, Pictures of Walls” e nel 2003 gli viene commissionato un graffito per la cover del singolo “Crazy Beat”   dell’album Think Tank dei Blur sul muro di una proprietà privata. Il graffito viene rimosso per sbaglio qualche tempo dopo e il proprietario ha rivelato di essere scoppiato in lacrime alla scoperta della scomparsa del Banksy dal suo muro.
 
Nell’aprile del 2007 gli addetti alle pulizie dei trasporti di Londra rimuovono il tributo di Bansky a Quentin Tarantino, un graffito che riproduceva ironicamente Samuel L. Jackson e John Travolta armati di banane anzichè di pistole.

I trasporti di Londra hanno dichiarato a tal proprosito che “il graffito creava un’atmosfera di negligenza e decadimento sociale che incoraggiava il crimine. Gli addetti alle pulizie, inoltre, non sono critici d’arte”.
 
A Londra si spendono almeno 23 milioni di sterline l’anno per rimuovere i graffiti dai muri: il Governo sta prendendo provvedimenti per cercare di arginare questo crimine e diminuire i costi necessari per ripulire. Caso esemplare in tal senso è quello di un giovane 18enne arrestato a Marzo del 2011 e condannato dal Chichester District e la polizia del Sussex,  a spendere due giorni a settimana nella rimozione dei graffiti.
 
Nonostante la legge sia ancora contro la Street Art, sono molti i graffiti di Banksy che oggi in  Gran Bretagna vengono ricoperti da un vetro di protezione per garantirne la conservazione nel tempo.
 
Banksy non si ferma in UK e nel 2005 è in territorio palestinese dove lascia nove immagini sul muro di Israele.
 
Diventa velocemente un fenomeno internazionale e dal 2006 sono molte le star del panorama musicale e hollywoodiano, come Christina Anguilera e Angelina Jolie, che acquistano a suon di dollari i suoi lavori.
 
Nel 2008 arriva anche in Louisiana, per l’anniversario dei tre anni dall’ uragano Katrina, dove produce una serie di graffiti sui muri delle case ancora distrutte.
 
Nel 2010 esce il film Exit Through the Gift Shop, diretto da lui e girato a Los Angeles, un pezzo di cinematografia dedicato al mondo della Street Art e a Thierry Guetta, un immigrato francese ossessionato dai graffiti.
 
La popolarità di Banksy è alle stelle. Da ormai anni a Camden Town e negli altri mercati della capitale britannica, si trovano centinaia di t-shirt, poster, tazze, libri e altri innumerevoli gadget in vendita con i suoi graffiti più famosi.
 
Ovviamente arriva anche in rete: sono 14,600,000 i risultati che compaiono su Google UK solo digitando il suo nick, su Facebook sono decine le pagine a lui dedicate, su twitter @banksynews, twitta le ultime novità aggiornate su tutto quel che gli riguarda, non contando tutti gli altri account non ufficiali e quelli dei suoi fan.
 
Il trailer del suo film sul canale ufficiale di youtube, postato nell’aprile del 2010, ha raggiunto oggi le 1.907.560 views, il suo sito ufficiale è linkato da oltre 3000 altri siti, ha incrementato il suo ranking di 23.136 posizioni negli ultimi 7 giorni ed è cliccato da tutte le parti del mondo. (Fonte Alexa).
 
Ma la popolarità ha un prezzo, soprattutto se arriva inaspettata e chi la “subisce” è un uomo di strada, e non di business. I media lo  perseguitano intervistando la moglie, gli amici e i familiari per scoprirne il più possibile; in rete girano  foto che lo ritraggono a volto scoperto ma, nessuna di queste è stata confermata: l’uomo mascherato è quindi ancora senza volto ufficiale.
 
Che venga considerata arte oppure no, Banksy ha sicuramente aiutato a rivalutare i graffiti aldilà di un puro atto di vadalismo regalando a molte città, veri e propri pezzi da collezione senza chiedere nulla in cambio.
 
Paola Borrescio
 
Fonti:
Artlyst.com
Wikipedia
Chichester.gov.uk
Thensmc.com
Canvastown.com
 

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